La capogruppo di Italia Viva punta all’area riformista e all’alleanza con Carlo Calenda.
In un’intervista al Corriere della Sera, Maria Elena Boschi definisce Giuseppe Conte un “re Mida al contrario“. Per la capogruppo di Italia Viva alla Camera, infatti, queste elezioni amministrative sono state perse dal Movimento 5 stelle. “I dati dicono che non porta consenso, lo toglie” in riferimento al crollo dei grillini nei sondaggi da quando Conte ha assunto la leadership. Un divario evidente rispetto alle ultime elezioni tanto che Boschi ironizza dicendo: “ormai abbiamo più sindaci noi di Italia Viva che loro”.
Per quanto riguarda il vincitore invece Maria Elena Boschi non ha dubbio che sia stato il centrodestra che al primo turno non aveva mai preso così tanti sindaci tutti insieme. Una vittoria indiscutibile che però è segnata dalle ombre dei litigi tra Salvini e Meloni che per la renziana rischiano di stancare la destra. Proprio in riferimento al sostegno di Iv a molti sindaci di destra l’ex ministra chiarisce che al comune si sceglie il sindaco e non l’ideologia.
Boschi: “Per il centro riformista servono i voti di tutti”
Maria Elena Boschi si dice ottimista per le prossime votazioni sottolineando di essere stati decisivi più volte. “Siamo stati decisivi con il 3% per portare Draghi al posto di Conte. Si immagini cosa potremmo fare se prendessimo il 5 o il 10%” dichiara la deputata renziana. Ed è proprio al 10% che viene dato il centro riformista che vede l’alleanza dei due partiti centristi riformisti: Italia Viva e Azione. Per questo, per Boschi la pace con Calenda “è una strada non solo possibile, ma anche doverosa.”
Ma il primo passo deve arrivare da lui che è “così altalenante nei rapporti con gli altri” e difende il suo leader Matteo Renzi dicendo che ha fatto molto per Carlo Calenda facendolo diventare ministro, viceministro e ambasciatore e sostenuto a Roma e in Parlamento europeo. La pace è necessaria per la capogruppo di Iv. “Lo hanno capito tutti i numerosi protagonisti del centro riformista” perché “servono i voti di tutti, non i veti di qualcuno” e Calenda deve accettarlo.